Il Vaticano, per voce del Cardinale Bagnasco, ha attaccato Amnesty International…
…devo dire che tutto sommato lo ritengo un buon segno…

…quando i regimi totalitari attaccano Amnesty International, questo normalmente indica che l’associazione sta ottenendo dei risultati…

53 risposte a “

  1. potrebbe essere, ma è una persona molto scaltra………….ha sicuramente un intento ben preciso……

    P.s. perchè ha lasciato dei commenti che non ho compreso e quando le ho chiesto spiegazioni non ha risposto………..ma se è una tua amica……….;))

  2. è la mia amica Amy Winehouse 🙂 il 26 ottobre. hai messo la ciliegina sulla torta, ora prendo i biglietti 😛
    (è da un po’ che attaccano Amnesty. ha iniziato il cardinale Martino dicendo che favorirebbe le lobby abortiste… puà!…)

  3. Non devi dubitare. La mia posizione nasce da un’attenta ponderazione degli eventi, e da una calma riflessione sullo stato delle cose, la quale, inserita in un più ampio pensiero sullo Stato conduce a conclusioni pacate e razionali.

    I cumunisti vogliono annientare la spina dorsale della classe media per imporre il governo dei tassisti e dei metalmeccanici della Fiom!Aiutooo! Scappiamo, si salvi chi può!

  4. ho poca dimestichezza con il bagnasco, e non ho letto nè sentito, ma posso immaginare, d’altra parte i porta borse piu’ o meno cardinalizi ci invadono in ogni dove…
    tuttavia io personalmente vorrei che Amnesty International urlasse un po’ piu’ forte, a volte la sua voce la sento da lontano!!

    chicca

  5. per il gioco: sì, ovviamente il centro si calcola a occhio :-)) d’altronde nei giochi ci si mette sempre nele condizioni ideali…
    per l’8 per mille: hai ragione sull’inoptato, ma a me sembra ancor più assurdo che il cemento armato per la costruzione delle nuove chiese lo dobbiamo pagare noi… hai capito perché non fanno più le chiese di mattoni???

  6. beh e mi sento di dirlo da “vecchia affezionata” di Amnesty , ma ci sono alcune volte in cui la sua voce è stata molto debole,, al di là della chiesa e dei media, potrei farti molti esempi, ma uno per tutti gli ultimi fatti di Ramallah, la voce c’è, ma le azioni mi auguro arrivino…
    amo Amnesty molto, per un lungo periodo è stata molta parte dellla mia vita, ma le auguro di avere piu’ forza!!!
    chicca

  7. A detta di De Sanctis, Machiavelli fu colui che affrancò i suoi contemporanei dal gioco papale e religioso in genere.

    C’è da credergli? Giudicando col senno di poi, direi proprio di no.

    La Chiesa ( e religioni consimilari ) hanno tuttora il dominio assoluto sull’uomo.

    Però la Chiesa, impalpabile nella sua totalità ma intelligentissima nelle sue singolarità che ne formano l’insieme, sapeva bene sin dall’inizio che non avrebbe mai potuto “bollare” come blasfema l’umana insita consapevolezza di un Mondo Altro.

    Ecco “leggete” Benedetto XVI: “Verosimiglianze esteriori “……..

  8. Sì, come ti dicevo, lungi da me difendere gli scarafaggi col collare bianco, credo che la religione, ogni religione, sia eo ipso un sistema coercitivo sulla popolazione, a meno che non si tratti di una religione “debole” che accetti nella fase assiomatica della sua creazione anche un elemento di dubbio e di tolleranza, una sorta di compensazione al dogmatismo metafisico che ogni credo richiede.

  9. hic sunt leones, Ubi mio caro!
    suggerisca gentilmente alla proveniente dai confini dell’impero un abbigliamento, se non perfetto, almeno adatto alla mondana occasione… 😉
    come comanda il pret-a-porter Milano/autunnoinverno_07?
    (ma agli aperitivi milanesi si beve seriamente?)

  10. Non lo so, in linea teorica (con tutti i corollari del caso, quindi) una religione che mediasse le sue credenze metafisiche (e quindi extra logiche) con un postulato di tolleranza, potrebbe portare ad una forma religiosa in cui il giudizio più che sospeso sarebbe applicato per fornire un valore di verità diverso dalla certezza nei confronti di tale credenza. L’uomo è in grado di accettare una forma probabilistica di credenza del divino? Del resto la scommessa pascaliana tentava di fornire un aggancio logico per una credenza di dio in fondo probabilistica. Un’alternativa sarebbe la credenza in un Dio adogmatico, la cui esistenza includa tutte le altre forme divine ora conosciute. Oppure, diamo fuoco a tutte i loro dannati feticci e ci liberiamo una volta per tutte da questa maledizione chiamata “religione”. 😀

  11. mhh no, non mi convince, quello che fai tu, è applicare alla religione un modello prestabilito, quello del dogmatismo assoluto, con una petizione di principio, “non esiste religione non dogmatica, perchè? perchè per definizione la religione è dogmatica.” Questo però è più un discorso semantico sul termine “religione”, discorso che tra l’altro tralascia aspetti di alcune religioni in cui il terzo escluso non è poi così escluso. In un certo senso tu fai un discorso dogmatico quando neghi alla religione una terza via esistenziale, neghi tu stesso alla religione una possibilità dialettica, così come fa il nazi-papa, scusa non voglio insultarti fino a questo punto 🙂 è un paragone volante, proviamo a dare alla religione uno status più ampio, dove sia possibile prescrive la tolleranza. Sono di fretta, chiedo scusa per la risposta poco articolata, maciao

  12. Ma quello che dico è che, semplicemente, non possiamo categorizzare un termine prendendo spunto da ciò che è (parzialmente tra l’altro) e farne un punto intrascendibile sul piano dello sviluppo del pensiero umano. Ci sono moltissimi termini che mutano col tempo, proprio perchè nel gioco linguistico (passami il termine inesatto) è l’utilizzo che fa un termine e non viceversa. Se tu difendi la dogmaticità della religione, difendiin senso fattuale non assilogico, scusa, sono di nuovo di fretta, se tu, dicevo, difendi tale dogmaticità e ritieni la religione imprescindibile da questa sua caratteristia, dovresti, secondo me, prima di tutto partire d auna definizione comunemente accettata di religione, e da lì stabilire cosa entra o non entra in essa. Io parlo aproposito di una “religone debole”, e questo è già semanticamente diverso dal termine “religione”, ma teniamo pure il solo termine “religione”. Ora dire che la religione non è mai stata modificata dalla filosofia e dalla scienza stessa è profondamente sbagliato. Così come la fisica newtoniana è stata modificata dalla fisica einsteniana, per far eun esempio di termine in “Movimento”. Ora se accettiamo un mutuo interscambio tra religione e filosofia, non vedo perchè debba essere tabù parlare di una religione nuova, che soddisfi tutti i requisiti da noi imposti e che non perda nonostante questo il suo statuto di religione. Non possiamo bloccarci sulla terminologia, altrimenti, finiremmo per discutere del sesso degli angeli 😉
    ciao ciao

  13. Il problema è prettamente terminologico, io ritengo che una religione possa contemplare un atto di fede moderato dalla ragione, senza che questo cada in un paradosso, senza che per forza si debba passare ad un modello filosofico. Io ho un’accezione della religione più ampia della tua, evidentemente. Se pensi che la religione sia accettazione passiva del dogmatismo binario allora non possiamo trovare un punto di incontro mi pare ovvio. Così come mi pare ovvio che tu non abbia capito il mio concetto di religione debole, differenziata dall’agnosticismo. Quest’ultimo prende un valore di verità neutro, la prima si avvicina al valore uno senza toccarlo, è solo un valore di verità prossimo alla certezza, questo NON è agnosticismo, mi spiace, agnosticismo per definizione, e qui parlo io di definizioni, è sospensione del giudizio, non partecipazione attiva ma con riserva ad una credenza. In sostanza, tu consideri la religione “blindata” ad una logica binaria di vero o falso, a me non interessa, chiamala come ti pare, ciò che io voglio dire è che tale “religione” (che ripeto, non è la religione storicamente intesa, nel mondo) è solo una parte delle religioni possibili. Che ti piaccia chiamarla filosofia per darle una dignità maggiore è secondario. Resta l’afflato mistico con qualcosa di superiore che però non ci sentiamo di accettare pienamente, e questa non è un’altra cosa.
    HC

  14. Credo che Amnesty International, sia una di quelle poche realtà che concretizzino davvero qualcosa..
    Mi è capitato di conoscere persone che vi lavorano e ciò che mi ha stupito è vedere una passione vera e sana per il proprio operato.. ciò che non avviene molto spesso..
    La chiesa è lo zoccolo duro della situazione italiana, già parecchio compromessa di suo, ma assolutamente complicata dall’esistenza di questo medievale sistema ecclesiastico..
    Credo che sia importante, da parte nostra cercare di sottoscrivere il più possibile le iniziative di Amnesty, andando sul loro sito.. sembra inutile, ma in realtà è così che loro riescono a vincere qualche battaglia..
    E poi un pò di coerenza in più nelle nostre azioni..non guasterebbe!!

    Ciao!!

  15. Proprio perchè la terminologia è importante bisogna giungere ad alcune conclusioni.
    1.http://en.wikipedia.org/wiki/Religion Ti invito a leggere la sezione dedicata alla definizione di religione e alle molteplici soluzioni che si possono dare a tale termine. Come ripeto, non è così semplice decidere, o meglio lo è in una misura fondativa e non enunciativa, cosa sia la religione e dove si possa porre il limite con la filosofia. Molte filosofie hanno uno schema di credenze solo apparentemente razionale, quando nella sostanza fanno appello a credenze extralogiche (lo stesso illuminismo). Nondimeno le chiamiamo “filosofie”, per una pura comodità formale. Io affermo soltanto che lo stesso grado di ambiguità è presente nel termine “religione”, come si evince dalle molteplici definizioni date ad essa. Che tu ne voglia scegliere una, e propugnare quest’ultima, ripeto, è secondario.
    2.deismo o meno, agnosticismo è, per definizione, la decisione di sospendere il giudizio su una materia poichè non se ne ha sufficiente conoscenza. Quello che affermo io è diverso, visto che mi riferisco alla possibilità di emettere un giudizio probabilistico influenzato da credenze non epistemologiche.
    3. Vi sono molti esempi in cui si ha una manifestazione religiosa in un contesto agnostico o comunque non religioso. Una persona che non si sentisse in grado di dire se o meno dio esista (un agnostico, come potrei essere io) ma che comunque si trovasse per una particolare condizione a pregare (senza per questo essere in quel momento del tutto convinta dell’esistenza divina) cosa compierebbe? Un atto filosofico dal momento che non ha certezza o un rito religioso per quanto non compiutamente accettato dal praticante?
    Chiaramente non sta facendo della filosofia in quel momento.
    Ti chiedo dunque semplicemente di accettare l’eventualità di una teoria della religione che contempli una maggiore varietà di stati di verità.

    HC

  16. Leggo solo ora la tua risposta perché mi sono infangato con quell’esempio di sistema irrazionale che è Vista.
    Ma è proprio la definizione antropologica di religione che più si attaglia alla nostra discussione giacché si limita ad una definizione descrittivo/formale e non sostanziale di quelli che sono i processi religiosi. Lasciamola comunque da parte, ed analizziamo la definizione “normativa” che pone il sacro come elemento cardine dell’esperienza religiosa. Prima consentimi di specificare che quando parlo di sistemi filosofici extra-razionali non mi riferisco a quelli irrazionali ma proprio a quelli a-logici, quelli che richiedono una componente basilare di fede, sia pure o meno “sacra”, ma potremmo discutere parafrasando Lakatos che una componente di fondo “sacra” o comunque protetta e idealmente inviolabile è presente anche nelle teorie scientifiche, almeno una componente di fondo a-logica e non irrazionale. Parliamo, dicevo, della definizione di religione come atto di comprensione del sacro. Nella “mia” (mia solo perché qui esposta da me) ipotesi di lavoro non nego una componente a-razionale semplicemente inserisco questa componente in un sistema inizialmente agnostico e cerco di capirne le conseguenze. Se religione è comprensione del sacro nel mio sistema c’è una comprensione probabilistica del sacro e qui mi fiondo a discutere il punto 2. Differenzierei da “probabilistico” il termine “statistico” che richiede comunque una conoscenza scientifica e mi soffermerei sul punto in cui parli di controsenso. Nella conoscenza umana, da un punto di vista cognitivo dunque, siamo costantemente immessi in stati di verità probabili e non certi a causa di pensieri extra-logici. Già nel momento in cui sperimentiamo uno stato di credenza non compiutamente accettato, proprio in quel “non compiutamente accettato” sta il gioco delle probabilità, il nostro valore di verità si modifica e cade nel mondo dell’aleatorio. In altre parole, non è richiesta una conoscenza epistemologica per dare un valore incerto di verità ad un pensiero, basta che si inserisca una componente emozionale, emotiva, primitiva, che sia irrazionale o arazionale poco importa, per dare come output nell’uomo un valore diverso da 0 e 1. (es. la scaramanzia, so che statisticamente questo aereo è più facile che non cada che cada ma il numero di volo era 1313 e io sono discretamente scaramantico quindi anche se la sfortuna non è certo parte dell’episteme essa suscita in me una componente che modifica le probabilità dell’incidente aereo per me.) La fede quindi benché non materia fenomenica può assumere stati di verità parziali, a seconda dell’intensità che essa assume nel nostro cervello, qui sta il suo lato probabilistico, non è fuori da noi ma dentro da noi che questa probabilità sorge. Ed ecco l’esempio 3. Nel mio esempio il pregante non decide che ci sia un dio, no, semplicemente nella sua mente una componente di fede di intensità n (i gradi di intensità di un pensiero irrazionale o arazionale sono l’equivalente emozionale degli stati di probabilità logici di un pensiero epistemico) modifica irrazionalmente il suo stato agnostico iniziale. Quindi il suo pensiero finale sarebbe del genere “non so se c’è, non so se non c’è, ma ho questa fastidiosa sensazione dietro la nuca che mi spinge a dire che forse esiste ed in quel forse sta tutta la mia fede. E proprio come dici tu, un agnostico mosso al “più sì che no” da uno stato emozionale del tutto non epistemologico compie nondimeno un atto di fede. Quindi possiamo contemplare una religione la cui liturgia sia sostanzialmente un atto di fede non completamente compiuto.
    Del resto la stessa sicurezza che noi tutti abbiamo che domani sorga il sole non è che una componente alogica benchè apparentemente epistemologica, del nostro sistema di conoscenza, meglio, tutta la nostra epistemologia giace su basi fideistiche del tutto irrinunciabili . Ciò non di meno essi restano sistemi filosofici o per lo meno sistemi di conoscenza empirica.
    PS accetto più che volentieri la birra e ricambio con un kebab visto che anche per me questa è una delle discussioni più divertenti degli ultimi tempi 🙂

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