Leggo di una donna tunisina a cui viene impedito di celebrare le nozze con un Italiano, dato che l’articolo 116 del Codice Civile, prevede che si possano celebrare le nozze solo in presenza di un nullaosta dal suo Paese di origine…
…peccato che in tale Paese viga una legge che impedisce ad una donna musulmana di sposare un uomo appartenente ad un’altra religione e quindi il nullaosta non potrà mai essere rilasciato…

…è bello sapere di vivere in una nazione che è riuscita rendere il comma 22 una realtà…

…Italia, patria di santi, poeti, navigatori ed antinomie di Russell…

34 risposte a “

  1. infatti come hanno fatto tutti gli altri che si sono sposati?
    in tunisia sono a questi punti? li facevo più avanti nella “laicità dello stato” non so perche ma ero convinta che fossero più liberi dei loro vicini…
    mess#29

  2. Amica messaggio # 29: la legge tunisina (ma quella islamica in genere) prevede che un uomo islamico possa sposare una donna di qualunque religione essa sia, mentre una donna islamica può sposare solo ed esclusivamente un uomo islamico. Questo anche se ci si sposa in Comune (il che è ammesso).
    La Tunisia è uno dei Paesi islamici più avanzati (e teoricamente laica), ma questo tipo di legge permane. Del resto, noi abbiamo dovuto aspettare gli anni ’70 per avere il divorzio (che ancora la Chiesa non riconosce), nonostante nella nostra Costituzione sia specificatao che la Laicità dello Stato è un valore fondante, per cui, di che ci stupiamo?
    La cosa inconcepibile è che, de facto, l’articolo 116 del nostro Codice Civile imponga l’ingerenza di una legislazione straniera che viola palesemente sia la Laicità dello Stato che il principio dell’uguaglianza di tutti di fronte alla legge a prescindere dalle loro convinzioni politiche o religiose (per non parlare del sesso). Questa storia sottolinea una manchevolezza (o per meglio dire una palese contraddizione) della nostra legislazione, più che l’assurdità di quella altrui…

  3. in pratica la costituzione dice che le tunisine non si possono sposare in italia, ed in particolare, in trentino alto adige non si possono neanche fidanzare.

    d’altronde, se la bibbia ci ha insegnato qualcosa, e ci ha insegnato SOLO quella cosa, è che le femmine dovrebbero concentrarsi sugli sport femminili [cit.]

  4. ubi scusa ma non ti seguo ! In tunisia un uomo può sposare chi vuole una donna no e mi tiri fuori che abbiamo aspettato per il divorzio? c—o ma ci sarà un momento in cui mi dirai: “nei paesi musulmani ci sono profonde ingiustizie e se avessimo le palle ci indignerommo tutti rifiutandoci di dialogare con una merda di stato per il quale un cittadino donna è un cittadino di serie B” vivo questa attesa in trepidazione!!
    che poi la nostra legge possa anche essere obsoleta può essere ma non vorrei che la pagliuzza del Ns occhio ti impedisse di vedere la trave nell’occhio dell’altro

  5. Evidentemente non ci capiamo:
    è ovvio che la legge tunisina (e/o islamica) è profondamente ingiusta. E’ altrettanto ovvio però che io e te non siamo Islamici, nè Tunisini. Noi viviamo in un Paese che si definisce “avanzato”, “democratico”, “civile” e “laico” e le NOSTRE leggi dovrebbero rispecchiare questo stato di cose.
    Invece non è così. Di questo mi lamento e mi indigno perchè io sono cittadino di QUESTO Stato. Non di uno Stato islamico. Se l’Occidente e l’Italia in particolare dovessero chiudere i rapporti diplomatici con tutti gli Stati che non sono democratici o laici, potremmo parlare solo tra Paesi dell’Unione Europea e pochi altri (gli stessi USA degli ultimi anni, col loro Presidente che parla con Dio e l’ondata Necon, sarebbero tra quelli abbstanza sospetti). E’ chiaro il concetto?
    A me interessa in primis, che il mio, per una volta, diventi un Paese veramente civile e secolarizzato. E un Paese civile è un Paese in cui le leggi ingiuste NON hanno cittadinanza. Che siano nostre o, peggio ancora, di uno Stato estero.
    Seguendo il tuo ragionamento dovrei essere felice perchè le leggi italiane sono migliori di quelle di uno Stato islamico. Vivaddìo, io do per scontato che sia così! Vorrei anche vedere! Ma questo non significa che allora non sia estremamente importante per TUTTI i cittadini focalizzarsi sulle cose che non vanno. Ma qui, in Italia. Poi, forse, potremo anche arrogarci il diritto di pensare a quelle degli altri. Altrimenti, seguendo questa logica, si finisce per andare a imporre la democrazia (la propria viosione della stessa) agli altri, con i fantastici risultati che sono davanti agli occhi di tutti.

  6. nullaòsta:
    1 TS dir., burocr., dichiarazione scritta con cui la pubblica autorità competente attesta di aver accertato che non vi sono impedimenti a che un’altra autorità emetta un dato provvedimento o a che un privato cittadino esplichi una determinata attività: dare, attendere un n.

    Si tratta del normale processo che permette ad un matrimonio di essere “trasportato” al di fuori dei confini nazionali. Se per esempio un cittadino italiano volesse sposarsi in Australia (è una desunzione) con una cittadina australiana, gli si chiederebbe un nullaòsta dall’ambasciata italiana. In caso risultasse già sposato, non essendo la poligamia ammessa dall’ordinamento australiano, si vedrebbe negata la possibilità di contrarre matrimonio. Questo anche se lo stato di “coniugato” fosse un semplice errore dell’anagrafe o altro.

    Il caso della cittadina tunisina e musulmana non mette in discussione l’uso del nullaòsta, che serve a permettere ai cittadini di essere tutelati nelle varie sedi ( o meglio, tutelabili), ma è un paradosso. Non della legge italiana e nemmeno della legge tunisina, ma del processo di normalizzazione delle norme in ambito internazionale.

    Dovrebbero essere prese in considerazione delle eccezioni simili a quelle che entrano in gioco con l’estradizione verso paesi che prevedono la pena di morte. Lo Stato Italiano (attraverso non so che tipo di “giudice”, in questo caso nega l’estradizione.

    La pena di morte così come la poligamia o i limiti imposti da una confessione piùttosto che un’altra sono questioni di principio che attengono al processo interno di un popolo e di conseguenza finiscono nei rispettivi ordinamenti giudiziari.

    Non so, a livello di diritto internazionale, come si compongono queste dispute, ma in caso non ci fossero attualmente delle scappatoie, ritengo che sia in questa sede che occorre risolvere il paradosso.

    Saluti 🙂

  7. io ritengo che quello italiano sia uno stato migliorabile in un sacco di direzioni (alcune anche decisamente più importanti) ma pensare solo a quello che c’è da fare qui non basta più! il mondo è diventato troppo piccolo secondo me in qualche modo abbiamo il dovere di traghettare questi paesi (almeno i più importanti) se non ad una democrazia perfetta, che non conosciamo, almeno ad un livello accettabile di rispetto per i diritti umani e civili poi potremo tornare a fare i leziosi e perfezionisti risolvendo i Ns problemi
    mess#29

  8. il mio concittadino che non riesce a sposarsi con chi vorrebbe non ci riesce perchè il suo paese è all’età della pietra non per colpa del mio paese! così per dire
    mess#29

  9. In realtà la norma, a quanto mi è dato di capire, permette infatti il ricorso ad un giudice, però solo se si accerti la contrarietà della norma estera all'”ordine pubblico”, cosa, in questo caso, assai opinabile.
    De facto il principio del nullaosta nasce in seguito al rischio della poligamia, tant’è che autorevolmente, da alcune parti, si sostiene che basterebbe copia dello stato civile della nubenda che, nel caso specifico, contiene obbligatoriamente le informazioni sullo stato di nubile e/o già sposata, al posto del nullaosta che risulta concetto anche giuridicamente superato. Quali, oltre alla poligamia, gli eventuali impedimenti alla concessione di un nullaosta al matrimonio? Francamente non riesco a pensarne.
    Il problema è che la legge, per quanto obsoleta e foriera di paradossi è tuttora valida, ovviamente e non prevede scappatoie “logiche”.
    Come appunto veniva sottolineato per la pena di morte, la legge italiana prevede (o dovrebbe prevedere) degli snodi logici e legali che permettano di uscire da questo tipo di situazioni paradossali, proprio tenendo presente il supremo principio costituzionale dell’eguaglianza e dei diritti incomprimibili dell’individuo.
    E’ abbastanza logico che nel cercare di contemperare legislazioni che si ispirano a principi profondamente differenti, si possa incorrere in paradossi, meno logico che non esista (o comunque abbia esistenza discutibile) una norma che permetta di bypassarli in nome dei principi costituzionali più elevati ed “inviolabili”.
    E, già che ci siamo, ha senso la sanzionabilità penale della bigamia, oggi, in Italia? Io ho i miei legittimi dubbi (anche se questo richiederebbe profondi sconvolgimenti nel diritto di famiglia)

  10. Eh no, il punto è proprio questo. Lo Stato italiano NON DOVREBBE risentire dei problemi altrui se questi inficiano lo stato di diritto. Poi, gli altri, pensino (giustamente) per loro.
    Ma se uno Stato estero ah un sistema legale che riteniamo iniquo (per dirne una) il fatto che questo si rifletta anche nel nostro sistema legale è un problema NOSTRO, non dello Stato estero.

  11. non drammatizzate io non ritengo d’essere nella giusta via e c—-ate del genere ma il nulla osta probabilmente in altre circostanze può eliminare problematiche non da poco, non penso che sia una richiesta assurda nata per il solo scopo di impedire alle donne musulmane di sposare gli europei sarò ingenua ma credo sia nato con altre motivazioni, come peraltro si evince anche dal mess#12 le eccezioni ad hoc per i paesi musulmani non mi piacciono non capisco perchè tutto il mondo deve adeguarsi nel rispetto della loro immobilità
    mess#29

  12. No, allora, la richiesta del nullaosta nasce espressamente nell’articolo 116 del Codice Civile come difesa contro la bigamia. E vale per tutti i Paesi, ovviamente.
    Ma tu, in soldoni, stai dicendo che è più importante NON modificare una legge che limita in maniera incostituzionale i diritti dei cittadini italiani, pur di non fare un’eccezione per i paesi musulmani. Ma ai Paesi musulmani, sia chiaro, che tu faccia o meno delle eccezioni non frega assolutamente nulla. Quello che va tutelato è il diritto dei cittadini italiani. E questo è proprio il caso.

  13. Ciao Ubi 🙂 ora che ho aggiunto il tuo feed ti leggo spesso 🙂

    @anonimo/a: il messaggio 12, l’ho appunto scritto io e non oserei per nulla al mondo contraddirmi. Non si parla di eccezioni per i paesi musulmani per venire incontro a *loro*. Sempre che tu riesca a sfuggire alla paranoia neocon, ti inviterei a rileggere i vari interventi.

    Ti accorgerai che si evidenza una falla della legislazione di un dato paese – in questo caso l’Italia – che non tutela i PROPRI cittadini qualora questi si trovassero a svolgere attività con cittadini di altre nazioni e che per questo sono obbligati a procedere secondo le regole dei trattati internazionali ratificati dai Paesi in questione.

    Ho fatto l’esempio dell’Australia proprio per sottolineare il fatto che il problema non si pone quando hai a che fare con i musulmani,ma in generale c’è la probabilità che accada ogni volta che entra in gioco un’entità con potere legislativo diversa da quella a cui si appella

    Lo so, questo è un livello di astrazione ancora più elevato e presuppone che il lettore abbia il coraggio di ammettere l’esistenza , che so, delle autonomie locali, che a volte fanno leggi poi impugnate dai cittadini in sede processuale per svariati motivi.

    In realtà basterebbe pensare al fatto che esiste la possibilità che una legge emanata dal Parlamento e pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale, venga poi messe in discussione in alcuni processi in quanto incostituzionali.

    Ma forse mi sbaglio e tu sei nel giusto nel cercare un caprio espiatorio.

    Opps, aver definito il soggetto delle tue recriminazioni come “caprio espiatorio” ha rivelato il mio sarcasmo? Pardon.

  14. le eccezzioni le fanno solo se gli interessi in ballo sono alti altrimenti se ne sbattono del popolino. è un problema che si risolve in poco tempo con un decreto ad hoc, ma non si ha la voglia di risolverlo. e a noi ci fanno girare in tondo come il comma 22( era quello dell’esenzione dal militare nell’esercito usa, vero?)

  15. Leggo una “sottile” forma di disprezzo nei confronti degli Islamici!
    Chiariamoci:ogni Comunità pone le proprie norme “a propria immagine e somiglianza”…
    I Tunisini,come gli Islamici in genere,
    hanno disposto in base alle proprie consuetudini così come dovremmo fare noi Italiani…
    In realtà non dovrebbe interessarci granchè,se non a puro titolo filosofico,della eventuale discordanza tra le norme tunisine e quelle italiane;il nulla osta in questione può essere richiesto anche solo come un attestato di
    nubilato,senza sollevare polveroni,
    interpellare la legge islamica,etc…
    Non vorrei che ci trovassimo lapidati
    un pò tutti,dalla donna tunisina a chi posta ed a chi commenta, compreso il Gestore di Splinder(per responsabilità oggettiva…);poi la
    Legge,qualunque sia il Paese,è(o dovrebbe essere) la Legge…
    Un saluto.

    Marcello De Giorgio.

  16. caro aladin il tuo amore per la libertà di ognuno evidentemente è seconda alla tua spocchioneria! la paranoia forse la conosci meglio di molti altri.Il tuo tono è assolutamente insopportabile e per quanto io possa essere un’amante della discussione (e UBI mi è testimone) non intendo certo farmi insultare da un borioso illuminato dalla pura luce del sapere!
    evidentemente abbiamo due modi di confrontarci incompatibili concludo quindi questa sterile perdita di tempo.
    Ubi mi dispiace ci risentiremo comunque e riprenderemo il discorso se lo vorrai e se ci sarà occasione
    mess#29

  17. Signori, non mi pare comunque che la discussione, che si è sinora tenuta neri binari dell’assoluta civiltà (ritengo che ironia e sarcasmo sia armi permesse in una discussione, suvvìa) giustifichi delle prese di posizione così recise. Datevi la mano da buoni avversari 🙂
    Amica messaggio # 29, so che ami la discussione e benchè noi due spesso non si sia d’accordo è sempre un piacere discutere con te.
    Conosco il buon aladingenius personalmente e posso assicurarti che si tratta di un bravissimo ragazzo e che non intendeva in alcun modo essere offensivo. 🙂

  18. Organizziamo una raccolta firme per una proposta di legge. Il tempo che si sposino, etvoilà: pronta la raccolta di firme per il referendum abrogativo, così sono tutti contenti.
    Abolirei anche la poligamia come reato: la pratica in sè è una punizione. Come si sentirebbe una donna vedendo 3-4 mariti seduti sul divano con la birra in mano che vedono, ogni santo momento libero, trasmissioni sportive? Per non parlare di 5 donne in fila per romperti i coglioni chè hai lasciato la tavoletta del water alzato(certe signore non guardano mai dove si siedono?)

    p.s. oggi c’è la sagra delle banalità dalle mie parti, con soli 10 euro potrete acquistare la tipica maglietta con sopra la scritta “Si stava meglio quando si stava peggio”.

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